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Posarsi sul vuoto

camaleonte
Posarsi sul vuoto per conoscersi
Posarsi sul vuoto

“Tutto triste, Il camaleonte si rese conto che, per conoscere il suo vero colore, doveva posarsi sul vuoto”
Alejandro Jodorowsky

Ognuno di noi è un po’ un camaleonte. Per quieto vivere – ma anche per sopravvivere – abbiamo appreso la capacità di mimetizzarci con l’ambiente: un animale ben mimetizzato viene predato più difficilmente. Nella nostra società, fatta di tanti tipi di relazione, impariamo a costruirci varie maschere, da utilizzare a seconda dei contesti. Queste maschere ci permettono di sopravvivere. Ma a volte ci rendono più difficile capire chi siamo veramente.

Fare ed Essere

“Fare” in un certo modo determina anche modificazioni nel nostro “essere”. Un esempio molto pratico di questo fatto lo possiamo trovare in alcuni libri di Marie Kondo ad esempio. Anche Igor Sibaldi sosteneva nei sui seminari che se ci mettiamo con tutto noi stessi a pulire e sistemare una piccola zona di casa nostra, alla perfezione, alla fine dell’esercizio non saremo più gli stessi di prima.

Occorre quindi “fare” con consapevolezza e discernimento, per agire secondo quanto proviene dal nostro cuore e non dai desideri altrui. Se sei troppo coinvolta e indaffarata, finisci per fare come il criceto nella sua ruotina: corre sempre più forte, gira sempre più in fretta, ma rimane sempre nello stesso punto.

Posarsi sul vuoto

Come dice Jodorowsky con la metafora del camaleonte: posati sul vuoto ogni tanto. Se assumi troppi colori, per via dei tanti impegni della tua giornata, occorre fermarsi sul vuoto ogni tanto.

Fai un po’ di vuoto staccandoti dai pensieri ricorrenti, dalle preoccupazioni, dalle aspettative degli altri. Lasciati così lo spazio, facendo il vuoto, per conoscere chi sei veramente. In mezzo al vuoto, emergerà la tua vera identità.

“Fare il vuoto” è molto importante anche per me, mentre lavoro. QUesto è un importante insegnamento della disciplina orientale taoista: il Wu Wei. Mentre dai un trattamento devi “scomparire”, per permettere alle energie cosmiche (o divine) di agire attraverso di te. Insegnamento analogo ho trovato, pur se con parole diverse, nella sistemica: durante i movimenti di costellazioni, occorre sempre “fare un passo indietro” per uscire di scena, e osservare il tutto “dall’ultimo posto”. Anche in questo caso, l’insegnamento è chiaro: facendoci da parte, togliendo di scena il nostro limitato ego, ci mettiamo al servizio di forze più grandi e sagge che possono così operare più efficacemente.

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Ti auguro il meglio
Un grande abbraccio

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