Oggi parliamo di imparare a perdere, partendo dalla frase di un campione dello sport: “Non puoi vincere senza aver prima imparato a perdere.” Kareem Abdul-Jabbar
Kareem Abdul-Jabbar è stato un famoso giocatore professionista dell’NBA, ad oggi il primo realizzatore nella storia dell’NBA con oltre 38mila punti segnati. E’ ancora considerato uno dei migliori giocatori nella storia di questo sport. E lui ci parla di “imparare a perdere”, per “vincere”.
Cosa intende dirci?
La sua frase mi sembra particolarmente stimolante perché si può leggere a diversi livelli.
In primo luogo, mi piace l’uso degli opposti: per arrivare da una parte (“vincere”), devi passare dall’altra (“perdere”). In un modo o nell’altro, devi fare esperienza di entrambi i poli (inscindibili) della realtà. Questo aspetto di dualità permea per intero la nostra esistenza su questo piano materiale, ma a volte è importante ricordarlo.
Questo concetto di dualità viene sinteticamente rappresentato nel Taijitu, il simbolo del tao: possiamo vedere come il “bianco” conviva sempre col “nero”, per formare la piena realtà (Unità). Inoltre – altro aspetto importante – dentro la parte più nera si trova sempre una scintilla di bianco, e viceversa. Gli orientali esprimono questo insegnando a vedere nel pieno inverno il seme della primavera.
Come ho scritto anche in altri post, ricordiamo sempre che per arrivare all’alba dobbiamo passare dalla notte più buia. Ma possiamo dire la stessa cosa in maniera diversa: anche dopo la notte più buia arriva sempre l’alba. Il concetto è il medesimo, ma a seconda di come leggiamo il fatto, possiamo avere reazioni emotive differenti. Questo avviene in svariati ambiti della nostra vita: la realtà è neutra, ma noi possiamo leggerla in un modo oppure in un altro. La discesa che sto incontrando io è la salita per una persona che provenga dalla direzione opposta.
Sono Io il responsabile della realtà che percepisco
Vorrei sottolineare soprattutto questo fatto, perché ritengo possa essere di conforto a diverse persone: sei Tu il responsabile della realtà che percepisci, e lo sei per mezzo dei tuoi pensieri e delle tue emozioni. Questo è un esercizio che puoi fare a casa: ti guardi allo specchio, negli occhi, e ripeti: “Sono Io il responsabile della realtà che percepisco”. Bastano pochi minuti al giorno, ma con costanza e dedizione, ogni giorno, senza saltarne uno.
Ricorda che se prendi le “sconfitte” di oggi solo in maniera auto-svalutativa, non cogli il senso profondo dell’avvenimento. Se provi ad accogliere l’insegnamento che la “sconfitta” porta in dono, e lo prendi come un altro piccolo passo verso la “vittoria”, tutto assume un significato diverso. Imparare a perdere. Ecco allora un’altra lettura per la frase di Kareem: “non ti avvilire se oggi perdi: impara a perdere, impara DAL perdere: è il percorso naturale per arrivare alla vittoria”.
Quindi, se cambi approccio mentale – e modo di leggere gli eventi – puoi ricavare nuove energie per andare avanti, più forte e consapevole di prima. Sei solo e soltanto Tu ad avere la responsabilità di come vuoi interpretare, con i tuoi pensieri e le tue emozioni, ciò che stai vivendo.
Il nostro pensiero è un atto creativo potentissimo, manifestazione diretta della nostra natura divina:
Buddha diceva infatti: “Ciò che pensi, diventi. Ciò che senti, attrai. Ciò che immagini, crei”. Ciò che pensi, diventi.
Quindi ti auguro di prendere sempre più consapevolezza ed evidenza della tua natura divina per affrontare, con responsabilità e – conseguentemente – serenità, tutto ciò che incontri sul tuo cammino nella vita quotidiana: sarà sempre un passo avanti verso una nuova vittoria.
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