Da molto tempo ormai avevo iniziato a spostare la mia attenzione dal Fare all’Essere. Ma è necessario spostare ulteriormente l’attenzione sul Cambiare.
Anni fa, mi era sembrata una vera rivelazione quella di spostare l’attenzione sull’Essere: ero talmente nel Fare che non vedevo l’ingranaggio nel quale mi ero andato a incastrare, e che alimentavo con la mia energia. Ero il classico “criceto nella ruota”: più corre, più la ruota gira, ma… corre corre corre e alla fine rimane sempre nello stesso posto. Portare l’attenzione sull’Essere mi permetteva finalmente di scendere dalla ruota e guardare da fuori l’assurdità di quel sistema.
Durante una recente visita al monastero buddhista di Albagnano, devo ringraziare Lama Michel Rimpoche che, durante una seduta privata riservata a me e il mio gruppo, mi ha aperto una nuova via di pensiero. Con la sua equanimità ammirevole, mi ha trasmesso LA domanda da pormi per continuare a crescere: “Quanto hai permesso che quell’esperienza ti cambiasse?”. Quella domanda ha immediatamente mandato in frantumi qualche vecchia parte di me, e ha fatto nascere una nuova connessione mentale, un germoglio spirituale e – sono convinto – anche qualche nuovo processo a livello fisico.
E’ proprio tutto lì il processo di crescita: quanto permetti che le esperienze che vivi ti cambino? Se le vivi a fondo e le fai tue, necessariamente ne uscirai cambiato. Come il cibo che mangi costruisce il tuo corpo fisico, così le esperienze che vivi possono costruire il tuo corpo sottile. Solo se non accetti o non vuoi fare tue le esperienze che vivi, puoi rimanere immutato. Ma se non permetti il cambiamento, stai rifiutando ciò che caratterizza la vita.
Come diceva il Buddha, ricorda una verità semplice quanto dirompente: “Il cambiamento non è mai doloroso. Solo la resistenza al cambiamento lo è.” Se quindi non vuoi soffrire, ricorda che la causa del dolore non risiede nel cambiamento – che invece è vita e vitale – ma risiede nelle tue resistenze, nei tuoi attriti, nelle tue obiezioni.
E allora, ancora una volta, la parola che libera è sempre la stessa: “Sì”, tanto semplice quanto potente.
Sì alla Vita, Sì al Cambiamento, Sì ai Genitori senza se e senza ma.
Fare o Essere? Cambiare!
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Ti auguro il meglio
Un grande abbraccio